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Saldo stralcio dopo decreto ingiuntivo: cosa devi sapere

In seguito ad un decreto ingiuntivo, il saldo e stralcio permette al creditore di accettare un importo inferiore rispetto a quello dovuto dal debitore, ottenendo così una rapida estinzione del debito. In questo articolo vediamo come funzionano queste procedure e come possiamo aiutarti a gestire i tuoi debiti in modo efficace.

Cosa succede dopo aver ricevuto un decreto ingiuntivo?

Dopo aver ricevuto un decreto ingiuntivo, il debitore ha diverse opzioni da considerare in base alla propria situazione finanziaria e legale. Ecco cosa potrebbe succedere:

  • Pagamento del debito: il debitore potrebbe decidere di pagare l’importo del debito indicato nel decreto ingiuntivo per risolvere la questione.
  • Opposizione al decreto: se il debitore ritiene che il decreto ingiuntivo sia ingiustificato o erroneo, può presentare un’opposizione presso il tribunale competente entro il termine previsto dalla legge.
  • Negoziazione di un accordo: il debitore potrebbe cercare di negoziare un accordo con il creditore, ad esempio proponendo un saldo e stralcio del debito o un piano di rateizzazione.
  • Pignoramento dei beni: se il debito non viene pagato e non viene presentata un’opposizione valida, il creditore potrebbe procedere con il pignoramento dei beni del debitore per soddisfare il debito.
  • Conseguenze legali: il mancato rispetto del decreto ingiuntivo o il mancato pagamento del debito entro i termini previsti potrebbe comportare ulteriori azioni legali da parte del creditore, come ad esempio l’esecuzione forzata o il recupero del credito attraverso altre vie legali.

Come funziona il saldo stralcio dopo decreto ingiuntivo?

Prima di optare per il pignoramento, il creditore può richiedere al Giudice l’emissione di un decreto ingiuntivo per riscuotere un debito.

In caso di difficoltà economica, il debitore può proporre un saldo e stralcio dopo il decreto ingiuntivo. Questo consente al debitore di:

1. Pagare una somma inferiore al debito originario in un’unica soluzione.

2. Eliminare la parte rimanente del debito, risolvendo la situazione debitoria.

Quando si può chiedere il saldo e stralcio?

Per determinare la somma da proporre nel saldo e stralcio dopo il decreto ingiuntivo, è essenziale valutare le caratteristiche specifiche del debito in questione.

Si possono distinguere, in questo senso, diverse situazioni. Tra cui debiti:

  • entità modesta;
  • entità considerevole (situazione di sovraindebitamento);
  • con o senza ipoteca.

In generale, è consigliabile pagare il più possibile in un’unica soluzione se il debito non è significativo. In alternativa, richiedere un saldo e stralcio rateizzato se la cifra è consistente, o chiedere la conversione del pignoramento.

Se desideri risolvere i tuoi debiti e evitare le conseguenze del decreto ingiuntivo, siamo qui per assisterti nella formulazione di una proposta di saldo e stralcio efficace, al fine di massimizzare le probabilità di accettazione da parte del creditore.

Quanto si può offrire per un saldo e stralcio?

Non esiste un criterio standard per determinare l’importo da proporre nel saldo e stralcio dopo un decreto ingiuntivo. Inoltre, non vi è alcuna garanzia che il creditore accetti l’offerta presentata. È importante tenere presente che il creditore non è obbligato a concordare un accordo di saldo e stralcio.

Tuttavia, è fondamentale formulare ogni offerta in modo serio e ponderato, tenendo conto delle proprie capacità finanziarie e della volontà di risolvere il debito in modo equo e trasparente.

Il valore da offrire per un saldo e stralcio dipende quindi da diversi fattori, inclusi il tipo e l’entità del debito, le politiche della società o dell’ente creditore, e la tua situazione finanziaria. Di solito, le società creditrici preferiscono recuperare almeno una parte del denaro piuttosto che rischiare di non riuscire a recuperare nulla. Tuttavia, le offerte troppo basse potrebbero non essere accettate

Pertanto, è importante valutare attentamente la tua capacità di pagamento e formulare un’offerta realistica che possa essere accettata dal creditore. 

Come richiedere la rateizzazione di un decreto ingiuntivo?

Il debitore potrebbe optare per un piano di rientro concordato con l’avvocato del creditore contattandolo in anticipo. Questa trattativa potrebbe portare a un accordo positivo, formalizzato attraverso un atto di transazione.

L’atto di transazione implica che il debitore, se inadempiente, si impegni a destinare le somme di denaro concordate alla scadenza previamente stabilita. Se le difficoltà finanziarie sono autentiche, si consiglia di destinare una somma una tantum al creditore per dimostrare l’impegno nel saldare il debito.

Tuttavia, se il debitore non rispetta gli accordi, il creditore ha il diritto di procedere con l‘esecuzione forzata, pignorando beni mobili e immobili di proprietà del debitore. È pertanto essenziale trattare con serietà e responsabilità durante il processo di negoziazione per evitare conseguenze legali gravi.

Quando si può rateizzare il decreto? 

Il decreto ingiuntivo può essere rateizzato solo previo accordo tra debitore e creditore, non essendo regolamentata dalla legge alcuna disposizione che vieti tale opzione. Tuttavia, è necessario ottenere il consenso di entrambe le parti per procedere con la rateizzazione, come già anticipato.

Purtroppo, i debitori economicamente più fragili, se non rispettano i pagamenti rateali, rischiano il pignoramento dei propri beni, ad esempio tramite l‘applicazione dell’atto esecutivo da parte del giudice.

Il decreto ingiuntivo deve essere saldato entro 40 giorni dalla sua emanazione da parte del giudice

Opposizione da parte del debitore

Va considerato, tuttavia, che non tutti i debitori possono permettersi di pagare l’intero debito in una volta sola, quindi spesso optano per l’opposizione.

L‘opposizione al decreto ingiuntivo avviene quando il debitore cerca di concordare con il creditore la possibilità di rateizzare il debito in più tranche, spiegando le proprie difficoltà finanziarie.

Ricordiamo ancora una volta che la rateizzazione è una possibilità offerta al creditore, che può decidere di non accettarla. In conclusione, non si tratta di un diritto irrinunciabile del debitore, ma di una potenziale opportunità di negoziazione.