Uomo preoccupato al pc con fazzoletti

Riforma della crisi d’impresa e insolvenza: che cosa prevede il nuovo codice?

La crisi di liquidità è una situazione di difficoltà tristemente diffusa tra le imprese del nostro Paese, soprattutto con la pandemia Covid, che ha fatto esplodere le difficoltà latenti e reso ancora più difficile superare gli imprevisti.

Le nuove misure introdotte dal Codice della crisi d’impresa e della insolvenza prevede che le aziende in stato di crisi vengono costantemente monitorate in modo da attuare il prima possibile interventi di risanamento.

Riforma della crisi d’impresa e insolvenza: che cosa prevede il nuovo codice?

Il 15 luglio 2022 è entrato definitivamente in vigore il Codice della crisi d’impresa e dell’insolvenza (D.Lgs. n. 14/2019), in attuazione della Direttiva UE 2019/1023 nell’ambito del CCII e delle disposizioni del D.L. 118/2021 in ambito di composizione negoziata della crisi. La crisi provocata dalla pandemia del coronavirus ha richiesto due anni per una completa attuazione delle disposizioni.

Il testo dell’articolo 389 aveva il seguente tenore letterale:

  • “Il presente decreto entra in vigore il 16 maggio 2022, salvo quanto previsto ai commi 1-bis e 2.(1)
  • 1-bis. Il titolo II della Parte prima entra in vigore il 31 dicembre 2023.
  • 2. Gli articoli 27, comma 1, 350, 356, 357, 359, 363, 364, 366, 375, 377, 378, 379, 385, 386, 387 e 388 entrano in vigore il trentesimo giorno successivo alla pubblicazione nella Gazzetta Ufficiale del presente decreto.
  • 3. Le disposizioni di cui agli articoli 3 e 4 del decreto legislativo 20 giugno 2005, n. 122, come modificati dagli articoli 385 e 386 del presente codice, si applicano anche nelle more dell’adozione dei decreti di cui agli articoli 3, comma 7-bis, e 4, comma 1-bis, del predetto decreto legislativo e il contenuto della fideiussione e della polizza assicurativa è determinato dalle parti nel rispetto di quanto previsto dalle richiamate disposizioni”.

Il 17 marzo il Governo ha approvato uno schema di decreto che presenta la definizione di “assetti organizzativi” delle imprese e i segnali di allarme per prevenire la crisi d’impresa (di cui all’art. 13 del D.Lgs. n. 14/2019), da aggiornarsi ogni tre anni.

L’articolo 3 del Codice prevede l’obbligo per l’imprenditore individuale di «adottare misure idonee a rilevare tempestivamente lo stato di crisi e assumere senza indugio le iniziative necessarie a farvi fronte». Per l’imprenditore collettivo è previsto l’obbligo di adottare «un assetto organizzativo adeguato ai sensi dell’articolo 2086 del codice civile, ai fini della tempestiva rilevazione dello stato di crisi e dell’assunzione di idonee iniziative».

L’imprenditore deve perciò applicare appropriati assetti organizzativi, amministrativi e contabili per:

  • rilevare eventuali squilibri patrimoniali o economico-finanziari;
  • verificare la sostenibilità dei debiti e continuità aziendale;
  • eseguire il test di perseguibilità del risanamento.
  • controllare la lista di controllo dei segnali di allarme

I segnali di allarme sono rappresentati da:

  • Esistenza di debiti per retribuzioni scaduti da almeno 30 giorni pari a oltre la metà dell’ammontare complessivo mensile delle retribuzioni,
  • presenza di debiti verso fornitori scaduti da almeno 90 giorni di ammontare superiore a quello dei debiti non scaduti,
  • presenza di esposizioni verso banche e altri intermediari finanziari scadute da più di 60 giorni o che abbiano superato da almeno 60 giorni il limite degli affidamenti se rappresentano almeno il 5% delle esposizioni,
  • presenza di una o più esposizioni debitorie nei confronti di creditori pubblici (INPS, INAIL, Agenzia delle Entrate e AdER).

Il professionista preposto al monitoraggio quindi deve monitorare la situazione finanziaria del cliente attraverso software di composizione negoziata per riscontrare i segnali che lasciano supporre una crisi aziendale.

Pignoramento casa Equitalia

Crisi d’impresa e d’insolvenza – Cosa prevedono le nuove misure?

Lo scopo della riforma della crisi d’impresa è quella di rinunciare al ricorso del sistema di allerta e di privilegiare gli assetti che permettono di rilevare prontamente lo stato di crisi e di reagire attraverso il nuovo istituto della composizione negoziata. In questo modo l’impresa si trova agevolata nel ricorrere a budget e piano industriale. Inoltre i creditori sui quali gravano le misure protettive di rifiutare unilateralmente l’esecuzione di contratti pendenti o di causarne la risoluzione.

L’imprenditore che versa in condizioni di squilibrio patrimoniale o economico finanziario, può rivolgersi alla CCIAA di riferimento del proprio territorio, richiedere la nomina di un esperto indipendente quando risulta plausibile raggiungere il risanamento dell’impresa.

Il soggetto predisposto e in possesso dei requisiti previsti dall’art. 2399 c.c., e privo di legami personali e professionali con l’impresa e con altre parti interessate all’operazione di risanamento, dovrà facilitare le trattative dell’imprenditore, ponendosi l’obiettivo di superare lo squilibrio patrimoniale o economico-finanziario alla base di crisi o’insolvenza.

La riforma punta a fornire gli strumenti per permettere una diagnosi precoce dello stato di difficoltà delle imprese, in modo da impedire che la situazione degeneri conducendo a uno stato di crisi irreversibile. A questo scopo vengono introdotti sistemi di early warning per facilitare la tempestiva emersione della crisi ai fini di un più agevole risanamento. Nel caso di situazioni di dissesto si punta a ridurre quanto possibile i tempi lunghi ormai caratteristici dei fallimenti di impresa in Italia.

Il sistema di allerta è volto a rendere possibile un tempestivo emergere dei segnali di crisi tramite un adeguato rilevamento dei segnali di difficoltà. L’imprenditore deve quindi attivarsi in modo tempestivo per adottare uno degli strumenti introdotti dall’ordinamento allo scopo di superare la crisi e recuperare quanto prima possibile la continuità aziendale.

La dirigenza aziendale viene agevolata nel rapporto con le banche e nella diagnostica di sintomi di crisi aziendale, per controllare l’evoluzione a arginare il progresso negativo, anche avvalendosi di apposite figure preposte, con mezzi informatici, a individuare i segnali di situazioni problematiche

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