Il Codice della Crisi d’Impresa e dell’Insolvenza, emanato tramite il Decreto Legislativo n. 14 del 12 gennaio e successivamente integrato dalle disposizioni del D.lgs. n. 83 del 17 giugno 2022, ha sostituito la precedente Legge n. 3/2012 relativa ai procedimenti di composizione della crisi da sovraindebitamento e di liquidazione del patrimonio. Questo decreto ha introdotto significative novità in merito alla normativa: in questo articolo approfondiamo l’argomento.
Codice della Crisi: le novità in materia
Con le recenti modifiche al Codice della Crisi, l’accordo utilizzato per gestire situazioni finanziarie difficili prende il nome di concordato minore. Questa opzione è limitata agli imprenditori minori con partita IVA e non è prevista per i consumatori privati. Inoltre, rispetto alla versione precedente dell’accordo di composizione della crisi, il concordato minore richiede solamente il consenso dei creditori che detengono almeno il 50% del debito anziché il 60%.
In aggiunta alle modifiche, il piano del consumatore è ora noto come piano di ristrutturazione dei debiti del consumatore ed è riservato esclusivamente ai consumatori. La principale innovazione di questo piano è il concetto di meritevolezza del debitore. Questo non è più così restrittivo come in passato, ora è più agevole ottenere il sostegno.
Inoltre, viene introdotto il concetto di merito creditizio. Sono previste poi sanzioni per le istituzioni finanziarie che hanno concesso prestiti a individui già gravati da debiti, segnalando una maggiore responsabilità nella concessione del credito.
La liquidazione del patrimonio è ora chiamata liquidazione controllata del patrimonio e la novità principale è che l’esdebitazione diventa automatica al termine della procedura. Inoltre, è possibile richiederla dopo il terzo anno prima della chiusura della procedura.
Una nuova possibilità è la pratica familiare, che coinvolge diversi membri dello stesso nucleo familiare con eventuali debiti in comune.
Infine, viene definitivamente attivata la procedura di esdebitazione per i debitori insolventi, che consente di cancellare tutti i debiti, confermando quanto già anticipato dal Decreto Ristori.
Procedura di esdebitazione: le 4 possibilità previste dal Codice della Crisi
Il nuovo Codice della Crisi d’Impresa e dell’Insolvenza offre un’opportunità per risolvere i problemi legati al sovraindebitamento attraverso la procedura di esdebitazione. A seconda della situazione specifica, il codice prevede quattro tipologie di procedure.
Procedura di Ristrutturazione dei debiti del consumatore sovraindebitato
Come abbiamo anticipato, la ristrutturazione dei debiti del consumatore ha sostituito il precedente piano del consumatore previsto dalla Legge 3/2012. Questa procedura è riservata esclusivamente ai debitori consumatori, ossia coloro che hanno assunto obbligazioni a titolo personale e non legate a un’attività imprenditoriale o professionale. Ad esempio, sono inclusi i pagamenti di un mutuo o di un finanziamento per l’acquisto di un’automobile, ma non gli affitti di uno studio o i debiti relativi all’IVA e all’INPS.
Nel caso della ristrutturazione dei debiti del consumatore, il consumatore stesso presenta un piano basato sulla sua capacità economica per ripagare totalità o parte del debito. Il Tribunale riceve la richiesta tramite l’Organismo per la Composizione delle Crisi da Sovraindebitamento (OCC). Successivamente, il Giudice di competenza verifica la fattibilità del piano di pagamento, garantendo al contempo che sia riservata una somma adeguata per il sostentamento del nucleo familiare del debitore.
Una volta completato e soddisfatto il piano proposto, l’esdebitazione avviene automaticamente.
Concordato minore
Il concordato minore è una procedura dedicata alle piccole imprese e ai professionisti, ora limitata dal nuovo Codice della Crisi alle piccole imprese, agli imprenditori agricoli e alle start-up innovative.
Analogamente alla ristrutturazione dei debiti del consumatore, il debitore elabora un piano economico che indica come verranno pagati i debiti ai vari creditori. Questa proposta, presentata tramite l’OCC, è valutata inizialmente dal Giudice per la sua fattibilità. Se approvata, il Giudice richiede il consenso del 50% dei creditori (prima erano richiesti il 60% di consensi).
Una volta che il debitore ha completamente attuato e soddisfatto il piano proposto, l’esdebitazione si verifica in modo automatico.
Liquidazione controllata del sovraindebitato
Un’altra via per ottenere l’esdebitazione è attraverso la liquidazione controllata del patrimonio, un meccanismo sempre regolato dal nuovo Codice della Crisi e applicabile sia ai consumatori privati che ad altri individui non soggetti a fallimento.
Questa procedura implica che il debitore ceda la piena disponibilità di tutti i suoi beni, eccetto quelli considerati essenziali per la sopravvivenza, al fine di soddisfare le obbligazioni contratte. Tra i beni considerati essenziali per la sopravvivenza rientrano, ad esempio, i crediti non soggetti a pignoramento come le polizze vita o i sussidi di povertà, i salari minimi, le pensioni e altri beni protetti dalla legge contro il pignoramento.
L’esdebitazione avviene automaticamente al termine della procedura. In alternativa, è possibile richiederla tre anni dopo l’apertura della procedura stessa.
Esdebitazione del debitore incapiente: in che cosa consiste?
Un’altra procedura è l’esdebitazione del debitore insolvente, riservata a individui meritevoli che non possiedono beni da offrire ai creditori. Questo percorso è accessibile una sola volta nella vita.
Il debitore è tenuto a saldare il debito entro quattro anni dal decreto del Giudice, a condizione che la sua situazione economica migliori, e deve soddisfare almeno il 10% dei creditori. Per questo motivo, il Giudice supervisionerà l’andamento finanziario del debitore durante questo periodo.
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