Il pignoramento presso terzi è una procedura legale per recuperare un debito. Avviene dopo che il creditore ha ottenuto un provvedimento giudiziale che attesti il debito e stabilisca l’ammontare. Con questa procedura, il creditore può richiedere la confisca di denaro o beni appartenenti al debitore presso terzi, come banche o datori di lavoro. Leggi l’articolo completo per sapere come funziona.
Che cos’è il pignoramento presso terzi?
Prima di addentrarci nei dettagli, chiariremo cos’è il pignoramento presso terzi. Questa procedura rientra nel contesto delle cosiddette procedure esecutive, definite dal Codice di Procedura Civile, e consente al creditore di soddisfare il proprio diritto di credito nei confronti del debitore. Ciò che distingue questa forma di pignoramento è l’estensione del rapporto ad un terzo soggetto estraneo alla disputa originaria. È proprio questa caratteristica che conferisce all’istituto il nome.
Diverse tipologie di procedure
Questo pignoramento comprende diverse procedure. Vediamo più nel dettaglio quali sono le più comuni.
- Banche e istituti finanziari: consiste nel sequestro dei conti bancari del debitore presso istituti di credito oppure coinvolge il sequestro di crediti o investimenti del debitore presso istituti finanziari diversi dalle banche.
- Datori di lavoro: coinvolge il sequestro di una parte dello stipendio o del salario del debitore direttamente presso il datore di lavoro.
- Presso terzi acquirenti: si verifica quando il debitore ha venduto beni a terzi, e il creditore richiede il sequestro dei proventi della vendita.
- Pignoramento presso terzi detentori di beni: riguarda il sequestro di beni mobili o immobili detenuti da terzi per conto del debitore.
Queste sono solo alcune delle principali forme ma possono esserci variazioni a seconda delle circostanze specifiche.
Quando c’è un pignoramento presso terzi?
L’espropriazione forzata può riguardare due tipologie di asset:
1. Crediti che il debitore possiede verso terzi.
2. Beni mobili del debitore, che il creditore ritenga appartenere ad un terzo.
Nella pratica, il creditore può individuare i crediti detenuti dal debitore tramite un’analisi patrimoniale approfondita, che coinvolge l’esame dettagliato di tutti i beni del debitore soggetti a possibile pignoramento.
Come funziona il pignoramento presso terzi?
Il Codice di Procedura Civile prevede che, prima di avviare la procedura esecutiva, avvenga la preventiva notificazione al debitore. Più precisamente, la notifica degli atti propedeutici all’inizio della procedura di pignoramento presso terzi. Gli atti in questione riguardano la notifica del titolo esecutivo e dell’atto di precetto. Questa fase è fondamentale per garantire al debitore la piena conoscenza dei provvedimenti legali in corso e per consentirgli di adottare eventuali misure difensive. Gli atti in questione riguardano quindi la notifica del titolo esecutivo e dell’atto di precetto, che costituiscono la base legale per l’avvio della procedura di esecuzione forzata.
Cosa succede dopo notifica pignoramento presso terzi?
Dopo la regolare notifica dei documenti richiesti e il rispetto dei tempi previsti dalla Legge, il creditore è abilitato a comunicare ufficialmente al debitore l’avvio del processo di pignoramento. Questa fase successiva è cruciale poiché segna l’inizio del processo di esecuzione forzata, con il coinvolgimento diretto dei terzi e il conseguente sequestro di beni o risorse finanziarie del debitore al fine di soddisfare il credito vantato dal creditore.
Atto notificato: cosa succede ora?
Dopo che l’atto viene notificato al terzo coinvolto (come ad esempio il datore di lavoro o l’INPS), vengono specificate le ragioni del pignoramento, i beni oggetto del sequestro e una data per un’udienza in cui il debitore può presenziare. In questo contesto, il terzo coinvolto è invitato a fornire una dichiarazione riguardante il rapporto con il debitore. Se il pignoramento coinvolge un ex datore di lavoro, questo deve essere informato della situazione. Questa procedura è caratterizzata da una certa celerità, poiché solitamente si svolge in un’unica udienza, a meno di circostanze particolari.
Il decreto Legge 19/2024: le novità in materia
Il decreto n. 19/2024, in vigore dal 2 marzo, ha portato importanti cambiamenti in materia. Ora, quando un terzo riceve l’avviso di pignoramento, deve rispettare le regole sulle cose e le somme dovute in base alla legge. Questi obblighi dipendono dall’importo del credito pignorato:
- Per crediti fino a 1.100,00 euro, il terzo deve rispettare fino a 1.000,00 euro oltre all’importo del credito.
- Da 1.100,01 euro fino a 3.200,00 euro, il limite è di 1.600,00 euro.
- Importi superiori a 3.200,00 euro, il terzo deve rispettare la metà dell’importo del credito.
L’efficacia del pignoramento dei crediti del debitore verso terzi
Inoltre, è stato aggiunto un nuovo articolo, il 551-bis, che riguarda l’efficacia del pignoramento dei crediti del debitore verso terzi. Questo articolo stabilisce che il pignoramento perde validità dopo dieci anni dalla notifica al terzo, a meno che non sia già stata pronunciata un’ordinanza di assegnazione delle somme o che il processo esecutivo sia stato chiuso in anticipo.
Per mantenere valido il pignoramento, il creditore può inviare una dichiarazione di interesse due anni prima della scadenza dei dieci anni. Questa dichiarazione deve contenere informazioni dettagliate sulla procedura esecutiva e sul credito in questione e deve essere depositata presso l’ufficio giudiziario entro dieci giorni dall’ultima notifica.
Più terzi coinvolti
Se il pignoramento coinvolge più terzi, l’inefficacia si applica solo a coloro ai quali non è stata notificata la dichiarazione di interesse. In mancanza di tale notifica, il terzo è liberato dagli obblighi sei mesi dopo la scadenza del termine di efficacia del pignoramento.
Infine, il processo esecutivo si estingue automaticamente dieci anni dopo la notifica al terzo del pignoramento o della dichiarazione di interesse più recente, se coinvolge più terzi.