uomo che presenta atto di rinuncia agli atti

Rinuncia agli atti e cancellazione dei debiti: cosa comporta e come ottenerla

La rinuncia agli atti è un istituto giuridico previsto dall’articolo 629 del Codice di Procedura Civile, che consente a una delle parti di porre fine al processo volontariamente, chiedendo di fatto l’estinzione della causa. In ambito civile, e in particolare nei procedimenti che riguardano debiti, pignoramenti o opposizioni all’esecuzione, questa procedura può avere conseguenze importanti, in particolare in relazione alla cancellazione dei debiti.

Cos’è la rinuncia agli atti ex art. 629 c.p.c.?

L’articolo 629 c.p.c. disciplina la possibilità per una parte di rinunciare agli atti del processo, determinandone così l’estinzione. La rinuncia deve essere formalmente accettata dalla controparte, salvo alcune eccezioni.

Una volta intervenuta l’estinzione, il processo si considera chiuso e non può più proseguire nelle forme in cui era stato avviato.

Cosa comporta la rinuncia agli atti in caso di debiti?

Nel contesto dell’esecuzione forzata, ad esempio nel caso di pignoramenti o decreti ingiuntivi, la rinuncia agli atti può rappresentare una strategia utile per interrompere il procedimento e, in alcuni casi, avviare un percorso di definizione stragiudiziale del debito.

Tra gli effetti principali:

  • Estinzione del processo: l’azione giudiziaria si interrompe definitivamente.
  • Possibile cancellazione del debito residuo: in alcuni casi, soprattutto quando si è raggiunto un accordo con il creditore, la rinuncia può essere parte di un’intesa che prevede la rinuncia al credito residuo o la chiusura bonaria del contenzioso.
  • Cancellazione di iscrizioni pregiudizievoli: a seguito dell’estinzione, il debitore può procedere a chiedere la cancellazione delle iscrizioni nei registri (es. pignoramenti).
  • Effetti sulla ripetizione delle spese: la parte che rinuncia potrebbe essere condannata al pagamento delle spese processuali, a meno che non sia stato stabilito diversamente.

Rinuncia agli atti e accordi stragiudiziali

In molti casi, la rinuncia agli atti è il risultato di una trattativa extragiudiziale. Se il creditore e il debitore raggiungono un’intesa per chiudere il debito con una somma concordata, la parte attrice può decidere di rinunciare agli atti del giudizio per formalizzare la fine del contenzioso. Questo consente al debitore di evitare ulteriori costi e danni patrimoniali, e di chiudere definitivamente la posizione debitoria.

Quali sono i limiti?

La rinuncia agli atti non cancella automaticamente il debito, a meno che il creditore non vi rinunci esplicitamente o accetti una proposta transattiva che lo estingue. Inoltre, la rinuncia ha effetto solo sul processo specifico: se il credito resta formalmente in vita, il creditore potrà agire nuovamente con un altro procedimento.

Stralciami: una storia di successo 

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Conclusioni

La rinuncia agli atti ex art. 629 c.p.c. è uno strumento che può portare all’estinzione del processo civile e, in alcuni casi, anche alla chiusura definitiva del debito. Tuttavia, per ottenere una vera cancellazione dei debiti, è fondamentale che ci sia un accordo chiaro con il creditore. Per questo motivo, è consigliabile affidarsi a professionisti esperti in diritto dell’esecuzione o in soluzioni per sovraindebitamento, in modo da valutare tutte le conseguenze e le opportunità di questo istituto.