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Rottamazione quinquies 2026: una nuova opportunità

È in arrivo, nell’ambito della prossima Legge di Bilancio 2026, la cosiddetta Rottamazione quinquies, una definizione agevolata che punta a dare respiro a contribuenti e imprese in difficoltà, rivedendo i termini della precedente “quater”.

L’obiettivo è duplice: offrire una via di uscita più accessibile per chi ha debiti affidati all’agente della riscossione tra il 1° gennaio 2000 e il 31 dicembre 2023, e al tempo stesso garantire allo Stato una maggiore certezza nei rientri.

Chi può aderire

Potranno partecipare alla Rottamazione quinquies:

  • i contribuenti (persone fisiche, professionisti, imprese) che hanno debiti affidati a Agenzia delle Entrate Riscossione (AdER) tra il 1° gennaio 2000 e il 31 dicembre 2023
  • anche chi era decaduto da piani di definizione agevolata precedenti (ad esempio da rottamazioni o rateizzazioni) potrà entrare, purché rispetti le condizioni previste. 
  • al contrario, chi risulta già in regola con la precedente rottamazione “quater” alla data del 30 settembre 2025 potrebbe essere escluso.

Quali debiti possono essere inclusi nella rottamazione quinquies

La misura riguarda principalmente:

  • tributi erariali (come IRPEF, IRES, IVA nazionale, imposte dirette e indirette) affidati all’AdER nel periodo 2000-2023.
  • contributi previdenziali/assistenziali (es. INPS) affidati a riscossione nello stesso arco temporale.
  • tributi locali affidati all’AdER, se l’ente locale aderisce alla definizione agevolata.
  • cartelle già rateizzate nei piani precedenti, a patto che non vi sia un piano “quater” ancora attivo.

Tale perimetro è quindi ben più ampio rispetto alle rottamazioni precedenti.

Quali debiti rimangono esclusi

Non tutti i carichi possono essere “rottamati”. Rimangono infatti fuori:

  • aiuti di Stato da recuperare (in quanto soggetti alla normativa UE). 
  • crediti derivanti da condanne della Corte dei Conti (danni erariali). 
  • sanzioni penali pecuniarie e somme da sentenze penali irrevocabili. 
  • multe stradali e sanzioni amministrative non tributarie, salvo specifiche adesioni dell’ente locale.
  • carichi non ancora affidati all’AdER entro i termini previsti. 

Le modalità di adesione e il piano di pagamento

Una volta presentata l’istanza, il contribuente che verrà ammesso:

  • dovrà versare solo il capitale originariamente dovuto (senza interessi e senza sanzioni) per i carichi definibili
  • potrà optare per il pagamento in un’unica soluzione oppure rateizzato. La novità è la possibilità di dilazione su un arco più lungo: fino a 9 anni (ossia 54 rate bimestrali) secondo le bozze, con un importo minimo per rata di 100 euro.
  • dal secondo anno in poi viene applicato un tasso d’interesse (nell’ordine del 4%) sulla dilazione. 
  • attenzione alla decadenza dal beneficio: è prevista la perdita della definizione agevolata in caso di mancato pagamento di due rate anche non consecutive, oppure omesso versamento dell’ultima rata del piano

Le scadenze previste

Stando alle bozze derivanti dalla Manovra 2026 ancora in discussione:

  • la domanda di adesione dovrà essere presentata entro il 30 aprile 2026
  • la risposta dell’AdER circa l’ammissione dovrebbe arrivare entro il 30 giugno.
  • la prima o unica rata è prevista entro 31 luglio 2026.
  • le successive scadenze: 30 settembre, 30 novembre nel 2026; dal 2027 in avanti, le rate saranno: 31 gennaio, 31 marzo, 31 maggio, 31 luglio, 30 settembre e 30 novembre. Complessivamente, situazioni che si estendono fino al 31 maggio 2035 se si sfruttano tutte le 54 rate.

Quali sono i vantaggi e le criticità

Vantaggi

  • possibilità di sanare debiti pregressi con condizioni agevolate, eliminando sanzioni e interessi.
  • dilazione più lunga che consente rate più leggere.
  • possibilità di recuperare anche contributi previdenziali mancanti, con impatto positivo sulla posizione pensionistica.

Criticità

  • la misura non è ancora pienamente definita: il testo è in Parlamento e le condizioni possono modificarsi. 
  • la dilazione lunga implica un impegno protratto nel tempo: per chi è in difficoltà oggi, questo può non rappresentare la miglior opzione.
  • alcuni contribuenti restano esclusi o con condizioni meno favorevoli (ad esempio chi era già “in regola” con la quater).
  • bisogna valutare attentamente la convenienza rispetto a altre forme di risanamento o ristrutturazione del debito.

Perché conviene valutare subito

Anche se non è ancora certo il testo definitivo della legge, è importante che chi ha debiti affidati all’AdER tra il 2000 e il 2023 inizi ad analizzare la propria posizione. Avere già sotto controllo:

  • i carichi affidati, con gli importi e le date;
  • se si è partecipato a precedenti rottamazioni o rateizzazioni e se si è decaduti;
  • la propria capacità di sostenere un piano di pagamento di lungo periodo.

Questo permette di decidere con maggiore consapevolezza se aderire alla nuova definizione agevolata, oppure valutare alternative (es. accordi con creditori, trattamenti fiscali straordinari, strumenti aziendali).

In definitiva questo significa che prepararsi oggi significa evitare sorprese domani!